Le Scuole Grandi

le Scuole Grandi a Venezia erano le istituzioni più prestigiose e influenti tra le Scuole della Serenissima. Ereditavano una lunga tradizione di impegno religioso, sociale e culturale che le rendeva pilastri della vita comunitaria e identitaria della città lagunare.

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Due Scuole ancora oggi sono attive e rappresentano testimonianze viventi di questa antica tradizione: la Scuola Grande di San Rocco e la Scuola Grande di San Giorgio degli Schiavoni, che continuano a mantenere viva la memoria e l'eredità delle antiche Scuole della Serenissima.

Le Scuole della Serenissima Repubblica di Venezia rappresentavano istituzioni laiche di notevole importanza sociale, religiosa ed economica, nate con lo scopo di assistenza, carità, devozione spirituale o come corporazioni di arti e mestieri. Ogni Scuola eleggeva il proprio santo protettore, intorno al quale si sviluppava una comunità coesa e organizzata.

Queste Scuole erano figure giuridiche riconosciute, con un numero ufficiale di iscritti che, inizialmente, poteva raggiungere fino a 600 persone, ma che nel corso del XV secolo crebbe fino a quasi 2000 membri. Gli aderenti alle Scuole erano principalmente cittadini del ceto medio, mentre alle cosiddette Scuole Grandi potevano aderire solo i Patrizi veneziani, sottolineando così una gerarchia sociale all'interno delle stesse.

Dal punto di vista legislativo, le Scuole erano soggette a un controllo rigoroso da parte della Repubblica di Venezia. Esisteva un organo della magistratura incaricato di monitorare e approvare le "Mariegole" (la Madre Regola), cioè gli atti ufficiali costitutivi delle Scuole, assicurando che le loro attività rispettassero le normative e contribuissero al bene comune della città.

Internamente, ogni Scuola era strutturata come un piccolo governo, con il presidente che ricopriva il ruolo di Guardian Grande. Gli incarichi direttivi ed economici erano gestiti dalla Banca e dalla Zonta, mentre l'unione di tutti i membri a consiglio era nota come Capitolo.

Le Scuole di Venezia si dividevano principalmente in tre categorie: le Scuole comuni o di devozione, le Scuole Artigiane e le Scuole dei Battuti, ciascuna con scopi specifici che riflettevano le diverse esigenze della società veneziana dell'epoca.

Durante il periodo della Serenissima, il numero delle Scuole raggiunse circa ottanta, ma oggi solo poche di esse sono visitabili. Nel 1806, con l'editto di Napoleone, molte di queste istituzioni furono soppresse, segnando la fine di un'era per la loro influenza e il loro ruolo nella vita sociale veneziana.

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