Sguasseto a la bechera
Si può trovarlo sotto il nome di guazzetto.
Una vecchia filastrocca porta alla memoria l'ormai dimenticata ricetta della tradizione, legata anche ad una misteriosa e truce leggenda metropolitana addirittura del XIV secolo.
La ricetta nasce derivando lato pratico della vita: utilizzare tutte le parti dell'animale macellato al fine di trarne il massimo vantaggio. Si tratta di un piatto povero, molto nutriente vista anche la lista degli ingredienti utilizzata.
Probabilmente era alla base delle colazioni dei lavoratori e operai durante il periodo della Serenissima Repubblica.
El di de la salute
ghe gera tre ragasse
che in cale de le Rasse
sguasseto le gà magnà.
Le gà magnà el sguasseto
le gà portà via i pironi
ghe gera do piantoni
che dentro le gà menà
serve 4 persone
200 gr Trippa
200 gr Polmone
200 gr coda di manzo
100gr milza
una costa di sedano
una carota
una cipolla
sale e pepe
parmigiano grattugiato alla fine
si comincia pulendo bene le carni, facendole bollire per 10 minuti. Una volta finita questa operazione, si butta via l'acqua utilizzata per la cottura e si lavano nuovamente in acqua fredda. Una volta terminato questo procedimento, si tagliano a piccoli pezzi e vanno rimessi in pentola insieme alle verdure e si aggiunge acqua salata. Si lascia bollire il tutto togliendo la schiuma che si forma , di tanto in tanto.
Va servito in piatti fondi o scodelle, cosparso di formaggio grattuggiato alla fine.
Veniva preparato dai becheri o luganegheri ( macellai e salumieri ) e servito come piatto già pronto.