Ternieri e casaroli
Si tratta dei venditori di olio miele formaggi carne di maiale. Non sono da confondere con la categoria dei luganegheri che occuperà un ramo a se stante nel tardo Seicento.
Il loro patrono é San Giacomo. L'altare a lui dedicato, si trova nella chiesa di San Giacomo di Rialto.
L'arte dei ternieri, menzionata nella legge dell'anno 1173 del Doge Sebastiano Ziani, insieme a quella dei biavaroli, aveva le sue botteghe sparse per tutta Venezia, specialmente a San Marco e a Rialto, nella zona della Ruga di Casaria. Nei capitoli del Duecento, c'erano regole strane tipo non mescolare olio pugliese di Monopoli e Bari con quello di Fermo e Ancona, però si poteva mischiare l'olio pugliese con quello "romagnolo".
Non si poteva vendere olio o miele a prezzo più basso del prezzo ufficiale. Nel Quattrocento, le regole erano simili, anche per i prezzi della carne suina. Per evitare trucchi e problemi, proteggevano le botteghe di San Marco e Rialto con controlli più stretti. Gli stazi nei sestieri non potevano comprare all'ingrosso, tranne per il miele.
Non era permesso vendere per strada e c'era una regola che imponeva il fatto che nessuno poteva uscire dalla sua bottega per cercare i clienti e portargli via vasi e brocche di olio.
Tra le cose fatte dai casaroli c'era l'altare principale di San Giacomo a Rialto, con una statua fatta da Alessandro Vittoria nel 1602, che mostrava il patrono della scuola e della chiesa, sotto la supervisione del Doge.
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