L'istituzione del Doge

Le condizioni storiche che portano alla nascita della figura istituzionale del Doge partono dall'anno 540. In quel periodo l'imperatore d'oriente Giustiniano tenta la riconquista dei territori del Mediterraneo.

La figura del Doge è stata centrale nella storia della Repubblica di Venezia, rappresentando sia il capo di stato che il simbolo dell'autonomia e del potere della Serenissima.

I territori dell'odierno Veneto così come Ravenna vennero assorbiti per primi dall'impero bizantino che aveva come sua capitale Costantinopoli Il tentativo di riappropriarsi di questi territori fu interrotta dall'invasione longobarda nel nord Italia nel 568 e in quell'occasione profughi dalla terra ferma si spostano verso le isole della laguna. Le prime a essere colonizzate furono quelle di Torcello, Malamocco, Chioggia e Rivoalto ( che in seguito diventerà Rialto ), così come i territori sulla terra ferma che si affacciano sulla Laguna.

Quindi in questa situazione sotto l'influenza bizantina e con la minaccia delle invasioni longobarde, le popolazioni di questi territori cercarono una loro autonomia e indipendenza , riunendosi in un'unica comunità.

Naturale evoluzione fu quindi l'elezione di un "capo" detto dux ( poi Doge ) che scaturisce dall'influenza bizantina : il doge doveva essere un governatore militare, per conto dell'amministrazione dell'Impero Bizantino. Il primo eletto con il benestare dell'Impero è stato Pauluccio Anafesto ( Paolo Lucio Anafesto 697 - 717 ).

La tentazione di far rendere questa figura più potente e con un diritto tramandato ai propri discendenti, fu pagata a caro prezzo dao Orso Ipato eletto nel 726. Egli venne assassinato così come alcuni dei suoi successori. Con l'elezione del 742 di Teodato Ipato ( 742 - 755 ) viene sottratto il controllo di questa figura all'impero bizantino , e la sede del ducato viene trasferita a Malamocco. Viene così costituita una vera e propria monarchia ducale, che sarebbe durata fino all'XI secolo.

Nel corso del tempo l'istituzione del Doge ha variato, sempre prendendo come base il modello bizantino, dapprima come potere ereditario per poi diventare un potere sovrano solo formale verso la fine del XIII secolo, con l'elezione che avviene per un complesso sistema di nomine e ballottaggi.

L'elezione del doge era un processo complesso, progettato per prevenire la corruzione e le fazioni politiche. Coinvolgeva un elaborato sistema di sorteggio e votazione, culminando nel Consiglio dei Dieci e nel Maggior Consiglio. Questo sistema assicurava che il doge fosse una figura rispettata e imparziale.

Svolgeva funzioni rappresentative e cerimoniali. Sebbene fosse il capo dello stato, il suo potere reale era limitato e bilanciato da altre istituzioni come il Senato, il Maggior Consiglio e il Consiglio dei Dieci.

Indossava abiti sontuosi e distintivi, tra cui la "corno ducale," un copricapo che ricordava un berretto frigio, simbolo di libertà.

Nonostante fosse il capo di stato, il doge era strettamente controllato da altre istituzioni governative. Le sue decisioni dovevano essere approvate dai consigli e non poteva agire autonomamente. Inoltre per prevenire la formazione di dinastie, il doge non poteva nominare il suo successore e la sua famiglia era spesso tenuta sotto stretta sorveglianza. Inoltre, vi erano leggi che limitavano il coinvolgimento dei parenti stretti negli affari di stato.


Con il passare dei secoli, il potere simbolico del doge rimase, ma il suo ruolo politico divenne sempre più limitato. La Repubblica di Venezia era governata di fatto da una complessa rete di consigli e magistrature.

L'istituzione del dogato terminò ufficialmente nel 1797, quando Napoleone Bonaparte conquistò Venezia e pose fine alla millenaria Repubblica di Venezia. L'ultimo doge, Ludovico Manin, abdicò il 12 maggio 1797.


La figura del doge rappresenta un aspetto unico della storia politica veneziana, incarnando la complessa e raffinata struttura di governo della Serenissima, che ha saputo bilanciare tradizione, simbolismo e pragmatismo nel corso di oltre un millennio.

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